Si
dice che il male torni sempre indietro. Mai che si parli del bene.
Dal canto mio, sono convinta del contrario. Lo dice la mia storia,
che trovate qui a latere. Tuttavia
capita che rimanga perplessa. Circa un paio di
mesi fa, presa dallo sconforto tanto da sentirmi come colui che è
voce che grida nel deserto, scrissi quanto segue per una situazione
che
ha colpito una donna a cui fui accomunata per 15 gg della mia vita.
Non faccio nomi né riferimenti, per rispettarne la privacy. Sono
fatti gravissimi, che coinvolgono anche 3 minori. Questa donna fu
perseguitata dal marito per anni.
Fu
stabilito dalla Legge che lei ne fu connivente.
Il
marito, ormai ex, era già stato condannato per ricettazione. Lei
l'ho coprì sempre.
Hanno
avuto 3 figli. L'uomo li seviziava e ne abusava. Anche in questo caso
lei l'ho coprì sempre.
La
chiamerò Giovanna.
Giovanna
ci stava male in entrambi i casi. Così, un giorno decise di venirne
fuori e di denunciare. Ne succedettero anni bui, durante i quali
Giovanna temeva le ritorsioni dell'animale per i suoi figli e per se
stessa.
Perché
recuperasse la sua dignità di madre, seguì un percorso di
genitorialità. Fu anche aiutata ad un primo inserimento lavorativo
in un'azienda delle vicinanze con un contratto a termine.
Arrivò
il processo contro l'ex che vide lei e i minori testimoniare gli
abusi subiti. Furono anni pesanti per la donna, piena di dubbi,
ansie, pentimenti, autoflagellazioni. Certe ferite non guariscono
mai. Sono ravvivate ogni volta che se ne parla.
Ma
tutti e quattro, i figli e Giovanna, strinsero i denti e andarono
avanti, supportati dalla comunità di religiose che li ospitarono per
qualche tempo, confortati dal lavoro, sebbene di natura temporanea.
Infine,
il bestia, (lo so, è un essere vivente anch'egli, ma in questi casi
non sono capace di compassione), fu condannato a quasi 15 anni un
paio di anni fa. Ne furono tutti felici, me compresa, perché si
trattò di una condanna esemplare. Giovanna e i suoi figli ripresero
una parvenza di normalità: si ritrovarono finalmente riuniti nel
piccolo appartamento che il nuovo lavoro, seppur precario, poteva
garantire a Giovanna ed iniziarono una dimensione di vita a loro
sconosciuta, fatta di serenità e tranquillità.
INVECE
NO.
Il
bestia proprio il mese scorso ha ottenuto la libertà per buona
condotta, senza essere stato clinicamente trattato, come nei tre poli
carcerari di Milano di norma si applica a sex offenders come lui..
UNA
DOMANDA.
O
forse più d'una.
Gli
hanno conferito libertà per buona condotta. Per andare ad abusare
nuovamente dei figli? Per pestare la sua ex? Per tornare a
delinquere? Per vendicarsi delle persone che hanno tutelato i suoi
bimbi e la loro madre?
Ora
questa donna, Giovanna, sconvolta dalla notizia, ha perso il lavoro,
ma non l'ha più cercato. Vive nello sfacelo di una casa mai pulita e
se ne accontenta? Teme per la sua vita quella dei bimbi e la vita
delle persone, religiose, che li aiutarono. E non se ne va?
Io,
come posso aver fede nelle FFOO, nella Giustizia, in Dio? Noi che
possiamo fare? Mi sentivo colui che è una voce nel deserto, senza
risposte, senza riscontri.
Ma
stamane sono tornata a Messa. Ho sentito sia la lettura del Giovanni
Battista, colui che grida nel deserto (Vangelo secondo Giovanni,
1,6-8.19-28). E anche la voce del Profeta Isaia (61,1-2.10) che
gioisce pienamente nel Signore. Ho meditato a lungo sulla parola:
entrambi sono testimoni della grandezza di Dio. Man mano che
procedevano le letture, mi risollevavo. Giovanni in sintesi disse:
“Non sono io la luce, ma uno che ne dà testimonianza”. Isaia
disse “Invece della vostra vergogna, riceverete il doppio/invece
della confusione, esulterete di gioia;/nel vostro paese erediterete
il doppio, vi sarà per voi una letizia eterna. Perché io, il
Signore, amo la giustizia, odio la rapina e il crimine”. A me è
successo e sta succedendo così. Mi sono ribellata e ne sono uscita.
Ad una donna che conosco da poco, l'ho incontrata prima via Facebook,
poi dal vivo a Torino venerdì scorso e ne ho ascoltato le confidenze
specialissime di salvezza dalla mani di un ex fidanzato che fu sul
punto di strangolarla, è successo parimenti. Si è ribellata e ne è
uscita. Prego perché anche Giovanna ritrovi la forza ed il coraggio.
Non demordo: per lei continuo la mia opera di faro contro i
maltrattanti. Ecco cosa posso fare io. Tu, cosa puoi fare?
Nessun commento:
Posta un commento