domenica 28 febbraio 2016

UN INCONTRO SPECIALE

UN INCONTRO SPECIALE perché ho visto un uomo occuparsi della sua donna, sebbene non fosse “sua”. Grazie ad un Avvocato Anti-stalking, prefatore del mio saggio CORPI RIBELLI, ho conosciuto dapprima un uomo e poi una donna, che sta subendo maltrattamenti psicologici. Sono le violenze più dannose, perché lasciano nell'anima cicatrici difficili da guarire. Ebbene, demmo appuntamento due anni fa fa, in Stazione Centrale a Milano. Lei sposata ad un altro. Lui teso ad offrirle via di scampo perché l'ama. E' importante conoscerli negli atteggiamenti, perché, pur aborrendo le teorie lombrosiane, ritengo che si possa capirne la psicologia anche dagli abiti, dai comportamenti, dalla gestualità, dall'aspetto fisico. 

Lui: in agile abito completo senape, colore del dinamismo, con camicia azzurra da serio professionista. Capelli folli, occhiali indagatori, dolcezza nei modi e nel sorriso. Lei: abitino elegante e grigio, ma castigatissimo, scarpa maschile che più maschile non si può, calze coprenti. Unghie curate, ma capelli sfibrati, pur essendo cortissimi. Occhi smeraldo lacrimosi, eppure ferma in sé. 

Lui proteso sul tavolo verso di lei. Lei arretrata sulla sedia. Lui parla del comportamento del marito nei confronti della figlioletta e della signora. Ne fa un ritratto preciso: quello che in letteratura scientifica si definisce narcisista perverso, ovvero un individuo che manipola gli affetti. Dice che sono sposati da circa 15 anni, che lei ha dovuto lasciare Roma, quindi affetti, famiglia, luoghi, amicizie, per costruire la vita con lui a Milano. In una parola, è una donna sradicata. 

Lei aggiunge che il marito non ha mai manifestato slanci creativi e costruttivi nel rapporto di coppia. Pur avendo generato una figlia, definisce la loro come una coppia senza progettualità. Entra nei dettagli. Dice che lui la costringe a dirgli ogni sua mossa, specie dopo la nascita della figlia, a informarlo su tutti gli spostamenti, in un crescendo sempre più ossessivo negli ultimi anni. E che lo stesso trattamento è riservato alla bimba, cosa che la donna definisce deleteria, perché la minore non ha spazi per crescere e fare le proprie esperienze. Ma tra amici e parenti, questo marito è considerato brillante e stimato, tipico del narcisista perverso. 

La signora afferma di aver tentato tre anni or sono la strada della separazione, ma di aver arretrato, perché il marito strinse ancor più la morsa. Andati comunque da un legale per informarsi circa un'eventuale separazione, assetata di sapere, scopre che il marito è tutt'altro che ingenuo: aveva preventivamente assunto tutte le info del caso. E' qui che lei capisce di essere in pericolo e frena. Ora vuol prepararsi, studiare, confrontarsi con altri esperti, altri avvocati, altri vissuti. Il lui presente prende la parola: Vedi, cara, un uomo come il tuo può essere pericoloso.

Ha capito tutto. Nel mio saggio è scritto a chiare lettere: VIA DALLE VIOLENZE DOMESTICHE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. Nel vendere loro un paio di copie, auguro mentalmente che anche questa signora ce la faccia.

mercoledì 17 febbraio 2016

MURA, CENSURATA PER AVER SCRITTO DI UN AMORE TRA DONNA BIANCA E UOMO NERO

Nei suoi numerosi libri c’è un ritratto fedele delle italiane del primo Novecento. Mura solo in apparenza sceglie tematiche lineari, semplici, quasi scontate nei suoi racconti e romanzi rosa. Rivela invece incertezze e ambiguità dei miti femminili di inizio secolo. Sapeva raccontare storie trasgressive e pruriginose che toglievano il sonno alle lettrici, scavandosi una nicchia letteraria ben diversa dalle sue colleghe contemporanee, come Liala. La voglio ricordare qui perché nei primi decenni del Novecento Mura scrive della difficile conquista della identità di donna.

Pur avendo, o forse proprio per questo, una carriera già consolidata nel giornalismo, Maria Assunta Volpi Nannipieri per pubblicare fiction sceglie lo pseudonimo "Mura" in onore dell'avventuriera russa contessa Maria Tarnowska, dalla bellezza travolgente e conturbante che si colloca tra Lou Salomé e Mata Hari. La Tarnowska, sposata con il depravato conte Tarnowsky, dopo la sua morte accetta la corte di un altro ricco e vecchio pretendente che morirà in circostanze drammatiche, in cui lei stessa è coinvolta come istigatrice. Finirà processata e condannata.

Nel 1919 Mura/Nannipieri pubblica PERFIDIE, oggi dimenticato. All’epoca, però, incide in modo insospettabile sulle idee, sul linguaggio, sul costume e sulla fantasia di scrittori e cineasti. Piace moltissimo a Filippo Tommaso Marinetti, futurista, compilatore del saggio COME SI SEDUCONO LEDONNE.

Dal sentire comune, il termine femminismo a volte è assunto come sinonimo di lesbismo. Sebbene non sia d'accordo, per una serie di motivazioni che non vorrei esprime in questo post, anche perché alcune l'ho già fatte qui, devo però ammettere che forse certa letteratura come quella di Mura abbia contribuito ad ingenerare l'equivoco. Sebbene alcune femministe abbiano aderito al lesbismo, come pure altre, non femministe, posso solo immaginare che Mura lo faccia per ingenerare scandalo negli ambienti borghesi da lei frequentati e per opporsi stilisticamente alla sua nemica di penna, Liala. 

In PERFIDIE Mura affronta il tema dell’amore lesbico. Afferma la protagonista, Sibilla, nell'introduzione: «Amo le donne. Mi appassionano. Mi interessano. Sono il più bell'esempio di semplicità umana attraverso una rete complicata di stati d’animo… Le studio. Se posso le perverto…».

Negli anni '30 del XX secolo, Mura indaga il tema dell’amore e della passione travolgenti, vissuti come elementi naturali e primordiali, stemperati da sentimenti propri dell'ideologia fascista, più conservatori, per casa, matrimonio, maternità. Ma questo artificio lecchino non le guadagna comunque l'ingresso in Storie, Antologie, Enciclopedie letterarie perché la sua scrittura è di troppo facile passionalità ed enfasi tragica, governate da leziosi artifici. Pur conquistando il pubblico, nel 1934 Benito Mussolini censura Mura nel suo romanzo SAMBADU', AMORE NEGRO, storia tra un donna bianca e un nero. All’epoca dell’invasione dell’Etiopia e di Faccetta nera, era peggio che parlare di amore fra donne.

Con tanto di illustrazioni di Marcello Dudovich, la copertina, non sua, rappresenta una donna bianca che lascivamente si abbandona fra le braccia di un aitante «negro» e ben rappresenta l' annuncio degli effetti morbosi che Mura insinua nella scrittura con sapiente alternanza di nero, bianco e altri colori scandita nell'abbigliamento, nei dettagli dei corpi, nelle nudità. Una scala cromatica abilmente calcolata, veicolo di un erotismo espressivo che può avere in parte attizzato la vicenda censoria. Benito Mussolini trova la pubblicazione inammissibile, qualcuno gli ha fatto vedere la copertina. Maturano gli eventi sfociati poi nella campagna d' Etiopia (1935) e nelle leggi razziali (1938). Mura è persino sorvegliata dalla polizia politica.

La breve carrellata dei personaggi più femministi di Mura ci fa comprendere meglio la sua dirompente capacità anticonvenzionale.
LOLITA MORENONotevole la figura di Lolita-Lea, poco affine con gli “angeli del focolare” del Ventennio: intraprendente, corteggiatissima, si riscatta con impegno e talento dalla sua difficile condizione iniziale, realizzandosi come donna di teatro; indipendente e autonoma, ma non così aliena, in fondo, ai richiami del sentimento e della normalità. Scandalosa ma non troppo, sicuramente coraggiosa e determinata.

AVVENTURA OLTREMARE
La fanciulla protagonista dovrà destreggiarsi tra affascinanti stranieri che la insidiano ed i grandi e piccoli avvenimenti di bordo che affratellano passeggeri e membri dell’equipaggio. Giunta a Rio de Janeiro senza aver compromesso seriamente la sua virtù (soltanto un flirt innocente col tenebroso argentino Martin Aranga), Lorenza viene travolta dall’allegria carioca e dall’intraprendenza di zia Elena, brillante donna di mezz’età, non sposata (ricordiamoci che il libro fu pubblicato in epoca fascista!), economicamente benestante grazie all’avviata sartoria all’europea. Zia Elena accoglie Lorenza come una figlia, la introduce nel mondo degli affari facendone un’ottima collaboratrice; la ragazza si fa travolgere dall’entusiasmo della nuova vita sudamericana, dimentica l’infelice matrimonio e s’innamora di Garcia, un misterioso medico brasiliano: molto cinematografica la scena in cui si descrive il loro incontro
Come prevedibile, l’equilibrio verrà ristabilito nel modo più “conservatore” possibile: d’altronde la morale dell’epoca esigeva che la figura femminile fosse anzitutto moglie e madre, che gli stranieri incarnassero necessariamente valori negativi mentre i personaggi italiani fossero portatori di oneste virtù.