Avendo un fratellino maschio, fin da
piccola mi sono chiesta perché esistesse una siffatta distinzione,
in quanto non amavo giocare con le bambole, ma con il meccano e le
macchinine.
Chissà quante di voi, donne qui
presenti, lo pensarono.
E' un retaggio antico come il
paleolitico, con l'uomo cacciatore e attrezzato di clava e la donna
nella grotta ad accudire bimbi, vecchi e campi!
Voglio come prima cosa farvi vedere una
pubblicità per una volta intelligente, che afferma come anche le
bimbe possano liberamente aspirare a lavori come quello da ingegnere,
snobbando il rosa del reparto giocattoli.
Gli stereotipi di genere si comportano
nello stesso modo, ma riguardano la distinzione tra maschi e femmine,
e le loro caratteristiche generalizzate.
Per esempio quando si dice che gli
uomini sono sbadati o, se hanno l’influenza, si lamentano come
fossero sul punto di morte.
O quando delle donne si dice che non
sappiano guidare né parcheggiare, o sono piagnucolose o troppo
sensibili.
Queste affermazioni non sono vere: ci
sono donne che sanno parcheggiare meglio degli uomini, e uomini che
vanno a lavorare anche con la febbre e non si lamentano mai di nulla.
Gli stereotipi di genere ci influenzano
la vita sin da bambini. Innanzi tutto condizionando le scelte
scolastiche e lavorative future, per esempio scoraggiando le bambine
a diventare ingegneri o programmatori, e scoraggiando i bambini a
diventare maestri o artisti.
Da un’altra parte, suggestionano
anche il comportamento di noi adulti, perché ci fanno sentire
inadeguati o colpevoli: per esempio le donne che pensano di non
meritare un aumento di stipendio o un avanzamento di carriera, o gli
uomini che si impongono di non commuoversi di fronte alla recita del
figlio per timore di essere giudicati poco virili. Le donne che si
sentono in dovere di lasciare il lavoro (perché essendo donne hanno
uno stipendio inferiore) per accudire a tempo pieno i figli o i
genitori anziani, e gli uomini si sentono in dovere di mantenere
tutta la famiglia rinunciando a vivere i figli e dedicandosi
totalmente al lavoro.
Si parla di polarizzazione dei generi,
proprio per dire che la nostra società ci spinge a stare su due poli
opposti, etichettando tutto come: cose da femmine, e cose da maschi.
Chiede dunque alle bambine di essere
calme e gentili, e concede ai bambini di essere energici e
aggressivi.
Chiede alle bambine di vestirsi carine,
e ai maschi di fare la parte del cacciatore.
I vestiti degli stereotipi di genere
Gli stereotipi cominciano con le
t-shirt.
Faccio riferimento ad alcune magliette
che riportano scritte stereotipate, tipo: “Intelligente come il
papà” oppure “Bella come la mamma”.
Quasi come a dire che i maschi sono
intelligenti e le femmine si devono limitare ad essere belle per se
stesse.
Non discuto sull’ironia. Ma sono
convinta che quella maglietta non sia così divertente da fare
indossare a nostro figlio, perché ne esistono a centinaia nel mondo
tra cui poter scegliere, magari che lancino pure un messaggio più
positivo.
Se avete figli, vi sarete recati in una
qualsiasi catena di scarpe: ecco un luogo ideale per capire quanto
gli stereotipi di genere siano radicati nella nostra cultura
italiana. Vi sfido a trovare per la vostra figlioletta scarpe comode,
lavabili, adatte a correre o a fare le camminate in gita, chiuse o
semi chiuse, per evitare che si faccia male alle dita o alle unghie
dei piedi.
Le scarpe ‘da femmina’ sono tutte
con molti lustrini o glitter, eleganti, addirittura in certi modelli
con il tacco: non ci sono scarpe per correre.
Le scarpe ‘da maschio’ sono invece
tutte perfette per correre e tenere ben saldo il piede e la caviglia.
Queste differenze di percezione maschio
e femmina spesso si rilevano anche a scuola: in alcuni asili le
femmine indossano grembiuli rosa lunghi, mentre i maschi indossano
casacche azzurre corte, quasi a dirci che le bambine non devono
correre o fare troppi movimenti, mentre i bambini vengono lasciati
con la casacca corta perché tanto loro ‘sono scalmanati’.
Questi sono solo alcuni esempi di
stereotipi di genere nei nostri armadi. Facciamoci una domanda:
pensiamo che rosa e azzurro siano due colori così importanti da far
diventare più uomini o più donne i nostri bimbi? Proviamo ad usare
tutti i colori del mondo, per vestire noi e i nostri figli.
Stereotipi di genere in casa
La nostra casa è spesso,
involontariamente, la culla degli stereotipi di genere. Le mamme si
ammazzano di fatica per lavorare, cucinare, portare i figli a fare
sport, partecipare alle riunioni di scuola, pulire casa e anche fare
la spesa. Davvero i papà non sanno fare queste cose?
I papà moderni sono molto competenti:
non solo sanno perfettamente gestire i figli, ed educarli, e
occuparsi della casa. Lo fanno anche volentieri!
I lavori di casa, a chi spettano a
tutti quelli che vivono in casa! Bambini compresi, ovviamente.
Possiamo fare qualcosa in concreto
contro gli stereotipi di genere, cominciando dalle parole.
Le parole sono importanti: cerchiamo di
non fare distinzioni di genere quando parliamo con i nostri figli:
facciamo loro capire che da grandi potranno fare tutti i lavori del
mondo!
In casa, dividiamoci i compiti, in modo
che i figli vedano che le responsabilità appartengono a tutti, sia
uomini che donne.
Compriamo giochi e vestiti adatti a
tutti, senza differenze, e sempre in base ai gusti dei figli: non
sarà una cucina, a rendere omosessuale un bambino!
Educhiamo i figli alla parità,
aiutiamo i nostri figli a capire che da grandi potranno studiare e
lavorare tutti insieme, e che devono essere parimenti rispettati: per
fare questo, lasciamo che il lavoro di mamma e papà sia ugualmente
importante, e non che quello della mamma venga sempre sacrificato.
Lancio una provocazione, forse poco
femminista, ma per onestà intellettuale domando a tutti voi: non
sarà che noi donne certe volte non sappiamo fare un passo indietro,
e ci crediamo un po’ troppo indispensabili?
I giochi degli stereotipi di genere
Anche sul versante dei giocattoli,
esistono ancora nette distinzioni tra maschi e femmine. Persino nei
cataloghi di giochi dei supermercati, ci sono pagine rosa per i
'giochi da femmina’ e pagine azzurre per i ‘giochi da maschio’.
Ma non esistono giochi da maschio e giochi da femmina.
Perché possiamo anche ammettere che
bambini e bambine talvolta prediligano giochi diversi, ma dobbiamo
anche ammettere che spesso non hanno nemmeno la possibilità di
scegliere.
I bambini dovrebbero poter liberamente
giocare con un bambolotto, perché da grandi avranno figli da
accudire. E le bambine dovrebbero parimenti giocare con le
macchinine, perché da grandi le guideranno.
Noi possiamo scegliere giochi migliori,
per i nostri figli: giochi di società, costruzioni, giochi
educativi, corde per saltare o giochi per fare movimento, colori per
dipingere, ovvero giochi che piacciono a tutti.
Le parole degli stereotipi di genere
Molti stereotipi di genere sono così
normali, nella nostra società, da essere diventati persino
linguaggio comune:
sei un maschiaccio, per
definire una ragazzina che gioca in modo avventuroso
non fare la femminuccia,
per definire un bambino che piange
sei proprio una brava donnina di
casa, concetto che implica che sono le donne fanno i lavori
di casa
sei una strega, detto ad
una donna che alza la voce o fa valere i suoi diritti
quella donna ha due p@lle così,
per dire che è una donna forte di carattere, e ha potere
eh, gli uomini!, come a
dire che gli uomini ci arrivano solo fino ad un certo punto
Dovremmo cercare di non dire più
queste frasi, perché anche se apparentemente innocue, queste frasi
inculcano ai bambini già l’idea che nella loro vita dovranno
seguire determinate strade, ovvero gli stereotipi previsti per il
loro genere… perché si fa così. Quindi per nessun reale
motivo.
C’è da chiedersi, dunque, se un
bambino non abbia diritto di esprimere le sue emozioni, e una bambina
non abbia diritto di correre nel fango.
L’introduzione a scuola la lotta
contro gli stereotipi di genere serve a evitare che ci siano dei
bambini feriti e messi da parte, e quindi non si accettino
profondamente, perché non corrispondono a certi stereotipi. Si educa
alluguaglianza.
Fate anche voi quest’esercizio:
pensate agli atteggiamenti che vi disturbano particolarmente negli
altri e anche nei vostri figli. Riuscite a ricondurli a un tema forte
dell’educazione che avete ricevuto, a qualcosa che fa parte ancora
oggi della vostra personalità ma è restato nella vostra ombra?
A volte sono proprio queste ombre,
spesso inconsapevoli, a tradursi in stereotipi e condizionare le
scelte dei nostri figli.
Fin dalla più tenera età, a
cominciare dai libri di scuola, ai maschi vengono offerti esempi
professionali tipici (ingegnere, pilota di aereo, manager etc.) e
alle femmine i corrispettivi mamma, insegnante, pediatra oppure
principessa, attrice, cantante.
Se avete un figlio maschio che vuole
ballare e ai voi balenasse l'idea che ballare è roba da femmine, vi
consiglio il film
BILLY ELLIOT.
Restiamo leggeri: ai bambini serve il
nostro entusiasmo, serve una seria educazione alla libertà. Lasciamo
che spieghino le loro ali per volare in alto!
Per chiudere post, consiglio la visione di un video gioiellino, per capire fino in fondo
il condizionamento cui assoggettiamo i nostri piccoli. Guardiamo
IL CIELO E' SEMPRE PIU' BLU e ridiamo di noi stessi.
Amaramente. Perché i primi a creare dei maschilisti picchiatori o
delle femminucce tremolanti siamo noi genitori.
Piccolo dizionario pratico
Sesso: è l’insieme delle
caratteristiche biologiche, genetiche e fisiologiche dell’individuo,
che distinguono il corpo del maschio da quello della femmina
Genere: è quel qualcosa che viene
‘aggiunto’ dalle convenzioni sociali, ed è diverso da paese a
paese
Identità di genere è il sentimento
precoce, profondo e duraturo che fa sì che ciascuno di noi si senta
effettivamente donna oppure uomo
Stereotipi di genere: indipendentemente
da come ci si sente, talvolta si immagina di doversi comportare in un
certo modo (questo non è da maschio / questo non è da femmina)
Orientamento sessuale: è il fatto di
essere attratti emotivamente o sessualmente da un’altra persona
(eterosessualità, omosessualità), ma questo non vuol dire che si
abbia un problema di identità di genere