A settembre del 2012 conosco
virtualmente una Drag Queen via Facebook tramite amicizie comuni. In
ottobre chattiamo. Avendo letto la mia vecchia pagina de L'INVIATA
SPECIALE DELLE DONNE MALTRATTATE, che ai tempi offriva la possibilità alle donne maltrattate di farsi intervistare da STRISCIA LA NOTIZIA (parliamo del 2011), un progetto naufragato per più concause, la Drag Queen si lascia andare a
confidenze esplosive che rivelo solo oggi, dopo averla conosciuta
dal vivo. Non farò come di consueto i nomi di nessuno, sebbene sia
convinta che i Sex Offenders non abbiano diritto all'oblio.
Eh sì, sex offenders (ora lo scrivo
minuscolo in quanto non meritano rispetto), perché la Drag Queen,
da ragazzo, tra i 7 e i 14 anni, fu oggetto delle particolari
attenzioni del suo maestro di nuoto, un pedofilo.
In chat, esordisce dicendo che il suo
apprezzatissimo personaggio, che fa tante serate in giro per il Nord
Italia, rappresenta “ il riscatto socio-cerebrale delle donne che
hanno lasciato un semino dentro di me, IL MEGLIO DELLE DONNE CHE
AMO, parolacce comprese!” A questo proposito, chiedo scusa per il
turpiloquio in arrivo. Non sono parole mie, ma sue, che lascio in onore alla VERITA'.
Colgo però anche amarezze in questa
sua successiva affermazione: “Mi sono bruciato tutte quelle
bellissime prime volte”. Lo correggo: Ti ha bruciato, non “mi”
sono bruciato. Tengo molto all'autostima dei miei intervistati. Ma
capisco che non ha bisogno di essere incoraggiato. Infatti, anni
dopo, (compiuti i 27) ha saputo reagire molto accortamente. Pare che
il suo maestro di nuoto, voglio ricordarlo: gay represso e pedofilo,
si sia nel frattempo sposato, abbia generato due bambine e che
stesse arrivando a loro due.
Un pedofilo è un pedofilo. Per quanto possa essere
intelligentissimo e bello, non guarda in faccia nessuno, neanche la
figliolanza. Quando ascolto queste tragedie, la mia reazione
immediata è: stacchiamoglielo a morsi. Gli chiedo se avesse capito
cosa gli stesse facendo, se l'avesse denunciato, se avesse raccontato
a qualcuno degli abusi.
La Drag Queen afferma di sapere assai bene cosa gli facesse. Ricorda
che ai tempi giocava a Barbie di nascosto, che andava in piscina da
solo a 7 anni, di essere indipendente, perché nella sua famiglia
c'erano altri problemi, a partire dai genitori anziani ed un po'
ignoranti ai quali non ha mai raccontato nulla, perché non
avrebbero capito. Aggiunge non solo di non averlo mai querelato, ma
addirittura di non essere mai andato da uno psicologo. E di
attendere pazientemente il suo riscatto.
Che arriva sullo squallido
piazzale dove faceva volantinaggio per l'Arcigay locale (“Odiavo
'sti posti, ma ho conosciuto un pacco di gente, mai salito su una
macchina, neanche un pompinello di striscio, giuro!”) dove arriva
il pedofilo-gay represso. Racconta: “Un paio di battute audaci, lo
aggancio. Me lo sono scopato violentemente a sangue, gli ho fatto
male, sì! Calcola che io sono 54 kg per 178 cm di altezza,
praticamente un fuscello! Ma gli piaceva, oh se gli piaceva! Ci ho
infilato la mano in culo con le unghie! Poi dicono che i gay sono
sensibili, altro che vaselina, questo ci voleva 'na manciata di
ghiaia per fare attrito!”. Ma la vendetta non fu questa. Ben altre
rivelazioni la Drag Queen aveva in serbo per il suo molestatore.
Continua il racconto: “Non gli ho detto chi ero e non si ricordava
affatto chi fossi. Sceso dall'auto per fumarsene una, gli ho detto
che ero positivo all' HIV. Anche se non era vero, è scappato!”
Ma non finisce qui. Quel Diavoletto
della Drag Queen, dopo un mese scopre che il sex offender era
sposato con una sua amica carissima. Infatti caso vuole (ma il caso
non esiste) che proprio questa amica gli chieda un consulto gayo
circa strani disegni che le figlie facevano di uomini con i
collant, per mano a loro. Diabolicamente si fa invitare a cena, così
chiarisce davanti a tutti, suoceri vari compresi. Ora il pedofilo
vive in Svizzera sotto stretto controllo medico. La Drag Queen dice:
“Credimi che non è un film. Lei e lui già vivevano lontani per
lavoro e lui le aveva fatto credere che aveva una tipa da qualche
parte... Seee, coi basettoni e l'uccello, vabbè!”
Fortuna la sentenza del Tribunale dei
Minori svizzero ne ha stabilito l'allontanamento, gli impedisce di
vedere le bambine da solo, gli impone di essere chimicamente
impotente e di assumere appositi farmaci che gli inibiscono la
libido. La Giustizia a volte funziona, sebbene io insista che
avrebbero dovuto staccargli direttamente il pisello a morsi. Scusate se sono trucida, ma se toccano i bambini esce il peggio di me.
La Drag Queen afferma che fino a quel
giorno aveva avuto diversi complessi sessuali. Ma ora è felice di aver
ottenuto il suo riscatto attraverso la protezione preventiva delle
bimbe e ”Tromba tranquillo come un riccio!”
Se ci fossero stati i B.A.C.A. ad
aiutarlo ai suoi tempi, forse non avrebbe patito disturbi, chissà...
Sebbene non abbia fatto il suo nome,
sono certa che leggerà questo post. Quindi gli dedico questa
canzone, magari suggerendogli un nuovo travestimento!