venerdì 20 novembre 2015

RISCATTO DA DRAG QUEEN

    A settembre del 2012 conosco virtualmente una Drag Queen via Facebook tramite amicizie comuni. In ottobre chattiamo. Avendo letto la mia vecchia pagina de L'INVIATA SPECIALE DELLE DONNE MALTRATTATE, che ai tempi offriva la possibilità alle donne maltrattate di farsi intervistare da STRISCIA LA NOTIZIA (parliamo del 2011), un progetto naufragato per più concause, la Drag Queen si lascia andare a confidenze esplosive che rivelo solo oggi, dopo averla conosciuta dal vivo. Non farò come di consueto i nomi di nessuno, sebbene sia convinta che i Sex Offenders non abbiano diritto all'oblio.

    Eh sì, sex offenders (ora lo scrivo minuscolo in quanto non meritano rispetto), perché la Drag Queen, da ragazzo, tra i 7 e i 14 anni, fu oggetto delle particolari attenzioni del suo maestro di nuoto, un pedofilo.
    In chat, esordisce dicendo che il suo apprezzatissimo personaggio, che fa tante serate in giro per il Nord Italia, rappresenta “ il riscatto socio-cerebrale delle donne che hanno lasciato un semino dentro di me, IL MEGLIO DELLE DONNE CHE AMO, parolacce comprese!” A questo proposito, chiedo scusa per il turpiloquio in arrivo. Non sono parole mie, ma sue, che lascio in onore alla VERITA'.

    Colgo però anche amarezze in questa sua successiva affermazione: “Mi sono bruciato tutte quelle bellissime prime volte”. Lo correggo: Ti ha bruciato, non “mi” sono bruciato. Tengo molto all'autostima dei miei intervistati. Ma capisco che non ha bisogno di essere incoraggiato. Infatti, anni dopo, (compiuti i 27) ha saputo reagire molto accortamente. Pare che il suo maestro di nuoto, voglio ricordarlo: gay represso e pedofilo, si sia nel frattempo sposato, abbia generato due bambine e che stesse arrivando a loro due.

    Un pedofilo è un pedofilo. Per quanto possa essere intelligentissimo e bello, non guarda in faccia nessuno, neanche la figliolanza. Quando ascolto queste tragedie, la mia reazione immediata è: stacchiamoglielo a morsi. Gli chiedo se avesse capito cosa gli stesse facendo, se l'avesse denunciato, se avesse raccontato a qualcuno degli abusi.

    La Drag Queen afferma di sapere assai bene cosa gli facesse. Ricorda che ai tempi giocava a Barbie di nascosto, che andava in piscina da solo a 7 anni, di essere indipendente, perché nella sua famiglia c'erano altri problemi, a partire dai genitori anziani ed un po' ignoranti ai quali non ha mai raccontato nulla, perché non avrebbero capito. Aggiunge non solo di non averlo mai querelato, ma addirittura di non essere mai andato da uno psicologo. E di attendere pazientemente il suo riscatto. 

    Che arriva sullo squallido piazzale dove faceva volantinaggio per l'Arcigay locale (“Odiavo 'sti posti, ma ho conosciuto un pacco di gente, mai salito su una macchina, neanche un pompinello di striscio, giuro!”) dove arriva il pedofilo-gay represso. Racconta: “Un paio di battute audaci, lo aggancio. Me lo sono scopato violentemente a sangue, gli ho fatto male, sì! Calcola che io sono 54 kg per 178 cm di altezza, praticamente un fuscello! Ma gli piaceva, oh se gli piaceva! Ci ho infilato la mano in culo con le unghie! Poi dicono che i gay sono sensibili, altro che vaselina, questo ci voleva 'na manciata di ghiaia per fare attrito!”. Ma la vendetta non fu questa. Ben altre rivelazioni la Drag Queen aveva in serbo per il suo molestatore. 

    Continua il racconto: “Non gli ho detto chi ero e non si ricordava affatto chi fossi. Sceso dall'auto per fumarsene una, gli ho detto che ero positivo all' HIV. Anche se non era vero, è scappato!”
    Ma non finisce qui. Quel Diavoletto della Drag Queen, dopo un mese scopre che il sex offender era sposato con una sua amica carissima. Infatti caso vuole (ma il caso non esiste) che proprio questa amica gli chieda un consulto gayo circa strani disegni che le figlie facevano di uomini con i collant, per mano a loro. Diabolicamente si fa invitare a cena, così chiarisce davanti a tutti, suoceri vari compresi. Ora il pedofilo vive in Svizzera sotto stretto controllo medico. La Drag Queen dice: “Credimi che non è un film. Lei e lui già vivevano lontani per lavoro e lui le aveva fatto credere che aveva una tipa da qualche parte... Seee, coi basettoni e l'uccello, vabbè!”
    Fortuna la sentenza del Tribunale dei Minori svizzero ne ha stabilito l'allontanamento, gli impedisce di vedere le bambine da solo, gli impone di essere chimicamente impotente e di assumere appositi farmaci che gli inibiscono la libido. La Giustizia a volte funziona, sebbene io insista che avrebbero dovuto staccargli direttamente il pisello a morsi. Scusate se sono trucida, ma se toccano i bambini esce il peggio di me.
La Drag Queen afferma che fino a quel giorno aveva avuto diversi complessi sessuali. Ma ora è felice di aver ottenuto il suo riscatto attraverso la protezione preventiva delle bimbe e ”Tromba tranquillo come un riccio!”

Se ci fossero stati i B.A.C.A. ad aiutarlo ai suoi tempi, forse non avrebbe patito disturbi, chissà...

Sebbene non abbia fatto il suo nome, sono certa che leggerà questo post. Quindi gli dedico questa canzone, magari suggerendogli un nuovo travestimento!