venerdì 26 dicembre 2014

REGALI AI TEMPI DELLA CRISI

Non una economista. Non sono sociologa. Non sono psicologa. Non sono antropologa. Sono solo una filosofa e pure mancata. Però vorrei meditare ugualmente sulla crisi economica partendo dalla constatazione che quando c'è carenza di pecunia, gli animi si convertono alla negatività declinata in ogni senso. C'è chi rincorre il sogno del consumismo indebitandosi con rate a scadenza illimitata. C'è chi si isola. C'è chi non fa regali né li attende. C'è chi picchia i figli. C'è chi abbandona un cane. Chi litiga col proprio partner, rinfacciandogli di non essere in grado di mantenere la famiglia. Chi ammazza la moglie. Ecco. Come se la colpa della crisi economica sia dovuta a chi ci circonda e, invece di stringersi e consolarsi negli affetti, proprio contro loro ce la prendiamo. La crisi ha colpito anche la mia famiglia e me stessa. Siamo una famiglia già duramente massacrata nella salute, mio padre mancò per un cancro durante la mia convalescenza da un grave intervento alle anche. Io fui pestata a sangue dall'uomo in cui avevo riposto tanta fiducia da desiderarne persino un figlio. Mia mamma è invalida da una quindicina di anni, dopo un ictus. Mio fratello invalido a seguito di grave incidente d'auto. Mia figlia, seppur guarita da malattia gravissima, porta ancora i segni del ritardo psicomotorio. Pur ingegnandoci con tutti i mezzi, nessuno di noi riesce a guadagnare, ma sopravvive grazie alla pensione. Anche senza soldi, abbiamo festeggiato il Natale con dignità e tanta voglia di vita. Mamma ha dato fondo ai suoi risparmi per farci regalini affettuosi. Mio fratello ha dipinto un quadro per mamma. Io ho scritto loro delle lettere per loro e per me. Sebbene molto personali, sebbene non mi abbiano autorizzato a pubblicarne il contenuto, voglio condividerne qui alcuni passaggi meno privati allo scopo di propagare buoni sentimenti, valori e resilienza, troppo spesso dimenticati.
Parlando a mio fratello, ho ricordato la sua ricerca autodistruttiva, citando la parola DISGRAZIA. Ho fatto ricerche etimologiche sulla parola e ho trovato quanto segue:
In ogni parola che comprende DIS indica separazione, scissione (come disonore, disdetta, disamore o distruzione) e, in ambito medico, anche anomalia (come distrofia o disfunzione). Quasi tutte le parole che iniziano con questo prefisso hanno una connotazione negativa.

Pensiamo alla parola “disgrazia”: il suo intimo significato è: separazione dalla grazia. “Grazia” deriva dal latino “gratus”, che significa “grato”. Dunque, semplicemente, siamo disgraziati quando non siamo grati. Quando siamo separati dalla gratitudine. È molto importante capire il potere intrinseco (e magico) di questo sentimento, imparare a praticarlo, includerlo nella nostra vita quotidiana… per non essere disgraziati.
I risultati di questa ricerca mi hanno fatta meditare. Anche io sono senza grazia perché non ringrazio mai abbastanza. Quindi lo farò di più. Cominciando dai miei cari.
Parlando a mia Mamma, ho aggiunto qualche parola sui suoi talenti che, oltre a quello di essere MAMMA, è quello di essere stata una femminista ante-litteram. In anni non sospetti, prima del fiorire del femminismo, portò te stessa e una sua amica in auto a visitare tutta Europa! Grazie alle loro conoscenze linguistiche, inusitate per l'epoca specie nel nostro Bel Paese, che, per quanto bello, resta sempre provincialotto, esse, italiane, ITALIANE! giovanissime, indipendenti nel denaro, e senza uomini al loro fianco, si sono lanciate in un viaggio on the road. Tengo a mente il suo esempio ogni volta che in viaggio scopro difficoltà non programmate e mi do forza grazie a lei. Durante la visione di un film, parallelamente al protagonista ebbi una illuminazione. In una frazione di secondo perdonai a mia Mamma quei momenti della vita passata da me vissuti male con lei, come le vessazioni cui credevo di essere stata sottoposta durante la mia vita e di cui oggi invece le sono grata. La perdonai perché avevo appena perdonato me stessa del bisogno di primeggiare.
Oggi sono felice perché la parola d'ordine di questo Santo Natale è, finalmente, perdono. Con l'augurio che le mie meditazioni siano fonte di ispirazione per tutti.
Buone Feste!

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