sabato 18 luglio 2015

NON FARE IL BENE SE NON SEI PRONTO ALL'INGRATITUDINE

Tempo fa, all'epoca del gruppo segreto di donne maltrattate cui facevo da garante della privacy 
fui maltrattata dalle donne maltrattate. Ne ricevetti uno shock terribile, perché mai avrei creduto che donne come me, con cui condividevo lo stesso passato di violenze familiari, cui apportavo aiuto concreto, mi si potessero rivoltare contro. Cui avevo dedicato 4 anni di studi e ricerche per approntare un manuale di soccorso pratico, CORPI RIBELLI - resilienza tra maltrattamenti e stalking.

Dovetti cambiare account, inventandomi un nick di fantasia pur di non essere più trovata da “loro”. Dovetti rivolgermi da una psicologa del CIPM, specializzata in trattamento clinico delle vittime di violenza, per farmene una ragione. Tuttavia, in quel periodo mi ripetevo spesso: NON FARE IL BENE SE NON SEI PRONTA ALL'INGRATITUDINE. Da poco più di un mese, so che non è così.

Amo raccontare la mia rivoluzione umana di quest'ultimo mese. Non uso a caso l'espressione “rivoluzione umana”, perché attinente al buddismo di Nichiren Daishonin.

Nell'ultimo anno, mi ero riavvicinata al cattolicesimo che nei primi 25 anni della mia vita tanta parte aveva avuto nella formazione etica e morale. Sentivo di essere una Maddalena che Gesù aveva richiamato a sé ed ero molto grata per questo. Trovai una comunità di Cammino Neocatecumenale, che inizialmente avevo interpretato come catechesi per adulti. Scoprii subito una sorta di snobismo nei miei confronti, io divorziata e vecchia, ma non mi era chiaro perché, dato che gli insegnamenti di Gesù sono per l'accoglimento e la compassione verso tutti i peccatori.

E' un gruppo composto da una cinquantina di individui di tutte le età, con prevalenza di consolidate coppie sposate (catechisti) e giovani single sotto i 30, che si alternavano nella preparazione delle letture dalla Bibbia. Una volta la settimana, ci si trovava in un locale di una parrocchia milanese, presente un presbitero, alcuni di noi a turno leggeva i brani biblici prescelti attorno ad una sola parola (per esempio: ACQUA), poi ciascuno di noi relazionava circa le risonanze che la parola creava dentro il sé. Intervenivo quasi sempre, assieme a pochi altri, sempre gli stessi. Ma mai fui scelta per la lettura. Questo ultimo elemento, mi insospettiva e andava ad ingigantire il sospetto di snobismo.

Però non demordevo, decisa ad andare fino in fondo E perché sono determinata, E perché avevo bisogno di spiritualità.

Dopo circa 9 mesi e due traslochi, (mai gestazione fu più sofferta!), finalmente alla vigilia della Pasqua 2015 la Comunità venne invitata in chiesa ad assistere ad un documentario recentissimo dove Papa Francesco designava famiglie neocatecumenali da poco costituite, con figli neonati, per mandarle in missione nel mondo. Ebbi la mia illuminazione: ecco il vero scopo del Cammino. Ecco il motivo dello snobismo. Ecco perché mi tagliavano fuori. Ma non mi importò più di tanto. Ero lì per nutrire il mio spirito e continuai a farlo. Comunicai le mie perplessità e la mia decisione al catechista via Whatsapp. Mi benedisse e affermò che avrei fatto bene, perché le vie del Signore sono infinite. Ma dentro di me obiettai: Quelle del Signore sì, ma quelle della Missione del Cammino per me sono finite. Avevo ragione. Il Cammino non mi avrebbe presentata come candidata, il Papa non mi avrebbe mandata in missione. Pazienza. Con molta umiltà, continuai a frequentare le letture e le Messe.

Circa nell'ultimo mese, però, sono accadute tre evenienze speciali. Una: “grazie” alle parole del presbitero che ci lanciò un vero e proprio anatema nell'unica occasione in cui non commentai nulla e nessun altro lo fece. Ci accusò di non essere cristiani. Due: “grazie” all'invito del catechista a partecipare al Family Day per contrastare l'approvazione della legge a tutela del gender (“Ci voglio rendere i nostri figli OMOSESSUALI fin dalle elementari!” Cit. il catechista); tre: “grazie” al pensiero di Kiko Arguello, fondatore del Cammino, sull'opportunità da parte del marito di picchiare la moglie se manifesta l'intenzione di lasciarlo, (dal minuto 10 del video su YouTube, ecco le parole di Arguello: “Ma se la moglie lo abbandona e se ne va con un'altra donna (!!!) quest'uomo può fare una scoperta inimmaginabile, perché questa moglie gli toglie il fatto di essere amato, e quando si sperimenta il fatto di non essere amato allora è l'inferno. Quest'uomo sente una morte dentro, così profonda che il primo moto (!!!) è quella di ucciderla e il secondo moto, poiché il dolore che sente è mistico e terribile, piomba in un buco nero eterno e allora pensa: "Come posso far capire a mia moglie il danno che mi ha fatto?" Allora uccide i bambini.”), ho finalmente desistito, non prima di aver cercato un confronto con la Comunità. Infatti avrei voluto che mi si dicesse che le parole di Arguello erano riferite ad un Ateo che, non avendo l'amore di Dio (ma come? Dio ama tutti, Atei compresi!), perde ogni speranza di vita. Ma il confronto mi è stato negato dal catechista stesso. 
Viva la compassione cristiana.

Contemporaneamente, venivo informata dell'esistenza del buddismo di Nichiren Daishonin da ben tre amici. Essendo filosofa (ma non ho voluto discutere la tesi) ed avendo studiato Filosofia delle Religioni, sapevo che il Buddismo delle origini dall'India contiene in nuce le ragioni del nichilismo (propugna infatti l'eliminazione del desiderio per raggiungere il Nirvana, ovvero la vera Felicità, solo dopo aver espiato attraverso le reincarnazioni) e avevo capito che non attiene alla nostra mentalità occidentale, così piena di desiderio.

Invece l'uomo che mi ha fatto Shakubuku (ovvero, che mi ha portato verso il Buddismo riformato di Nichiren), mi ha spiegato che: la felicità è in questo mondo, e che si può ottenere subito con la pratica. Gli rivolsi le obiezioni comuni alle mente dubbiose. Rispose senza incertezze. Se di pratica si doveva parlare, che mi portasse subito a praticare il Daimoku (trad.: titolo) 
Mi accompagnò seduta stante al Centro Buddista di Milano (Kaikan di Corsico). Cantai il Daimoku in coro con un'altra ventina di sconosciuti senza conoscere nemmeno il significato delle parole. Senza nemmeno conoscere le parole. Venni immantinente trascinata in una dimensione mistica di comunione con l'Universo. Dopo nemmeno dieci minuti di recitazione, uscendo dissi: Domani ho un intervento. Ieri avevo paura. Ora non più.

Cominciai a frequentare gruppi di recitazione sparsi per Milano e a confrontarmi con tanti altri buddisti. Feci Shakubuko dappertutto, persino in Ospedale a Medici, Infermieri, Pazienti. Ero (e sono tutt'ora) luminosa di felicità grazie al Daimoku.

In meno di un mese, i buddisti affermarono che ero pronta a ricevere il Gohonzon (trad.: Oggetto di Culto). Purtroppo, non avendo un posto dignitoso dove metterlo (sono senza fissa dimora e attualmente bado a mia mamma stando da lei), il 5 luglio sono stata solo ammessa come membra, (concedetemi questo neologismo provocatorio in chiave femminista!), della Soka Gakkai (trad.: Creare Valore). Ho messo come obiettivo di fare Shakubuku a mia mamma ENTRO UN MESE, cattolica e un tantino bigotta, dato che va a Messa per sfoggiare la pelliccia. Scusate, non è tanto buddista fare affermazioni sarcastiche come questa! Infatti ora che ho acquisito compassione, so quanto per lei conti questa forma di culto con pelliccia e mi scatta la voglia di abbracciarla!
Però ho ottenuto di farle non solo Shakubuku ma di recitare mezz'ora con lei sia il Daimoku che il Gongyo (trad.: Liturgia).
Ma questo ve lo racconterò un'altra volta, come anche gli studi che sto facendo sul femminismo nei Gosho (trad.: Scritti) di Nichiren Daishonin.

5 commenti:

  1. grazie stefy, vedrai quanta strada ti farà fare il buddismo :-)

    (si dice shakobuku e Soka Gakkai è società per la creazione di valore)

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    1. Grazie Ricci per le precisazioni! 🙏🏻
      È troppo poco tempo che sono membro della SGI, qualche errore mi capita ancora, in tutto questo giapponese! (Naichiren ti dice qualcosa?) 😂
      So che il buddismo di Nichiren Daishonin mi fa felice e fa felice l'intera umanità!
      NAM MYOHO RENGE KYO 🙏🏻

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  2. Dimenticavo: almeno sulle cose che conosco, come il mio diminutivo, permettimi di correggere io te: mi chiamo Stefania, ma da sempre tutti gli amici dicono Stefi, con la i di Imola! 😂😂😂
    Perché italiana e fiera di esserlo, nonostante!

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  3. Non devi perdere la tua fede in Dio per colpa di persone indegne, sono loro casomai ad averla persa snobbando il prossimo! Invece Dio ti ama sempre e lo ha dimostrato con la guarigione di tua figlia. Io sono convinta di questo.. Un bacio da Cinzia

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    1. Grazie Cinzia per le tue considerazioni! Sono convinta della correttezza di ciò che dici, infatti trasmetto a mia figlia i valori cristiani! La Fede è un dono che non ho mai avuto nell'ecclesia, nei clerici, in quanto stravolgono e manipolano i veri insegnamenti di Gesù. Ho trovato la vera compassione nel Buddismo e al suo esempio mi attengo. Ne ricevo immensi benefici ogni giorno!

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