Nel cuore degli anni '70, io bimba,
ricordo bene le diatribe tra i miei genitori, di formazione e di
frequentazione cattolica, circa l'opportunità da parte di periodici
come L'ESPRESSO o PANORAMA di pubblicare copertine con donnine
procaci (oggi, da femminista, dico: depauperate in ogni senso
possibile). Stavano vivendo tutti l'esplosione della Rivoluzione
Sessuale e tra i direttori dei periodici di riflessione sulla Società
era scattata la gara della FOCA SPOGLIATA, in copertina come
nell'interno del giornale. Ricordo quella donna crocefissa nuda e
incinta pubblicata su L'ESPRESSO
per il referendum a favore della
depenalizzazione dell'aborto (fu il 1975, mi pare). Ci furono anche
programmi TV sorprendenti per la loro licenziosità, persino
trasmessi in fascia protetta, come DRIVE-IN, fino all'esuberante e
capezzolare COLPO GROSSO. Oggi il capezzolo non sarebbe
accettato nelle nostre edicole e nemmeno in TV. In quarant'anni, pur
con in mezzo il II ventennio e le sue veline,/meteorine/letterine, parrebbe abbiamo regredito. Con questo post, oggi, voglio chiedere se è vero e perché.
Il II ventennio sembrava aver
consacrato i risultati delle lotte femministe. Donne sconosciute ai
più (ma solo quelle belle) si sono sentite sdoganate, hanno usato i
loro corpi poco coperti per scavarsi un briciolo di attenzione tra il
pubblico. Voglio farne i nomi perché diversamente, alla luce
dell'apparente ritorno del patriarcato, sembrerebbe che parli di aria
fritta. Alcune (come Alba Parietti) si sono inventate un mestiere da
pseudogiornalista grazie a seni e labbra rifatti, immantinente le
giornaliste vere (come Lilli Gruber) l'hanno imitata. La prima vantava
un cervello, ma che, ottenendo in TV solo passaggi da meteora, alla
fine ha dimostrato di non avere. La seconda, che ha un cervello
sopraffino, si rinnova ogni volta, presenziando con arguzia e sagacia
i suoi ospiti televisivi.
Non voglio affermare che
veline,/meteorine/letterine/albette siano de-ficienti, cioè
difettino di qualcosa. Voglio solo constatare che tutta questa
Rivoluzione Sessuale (in TV) non sia stata a vantaggio delle donne.
Anzi, sia andata a loro detrimento. Perché l'esposizione mediatica
di scollature e gambe e glutei ha portato alla svalutazione della
Donna, del suo cervello, della sua essenza, permettendo ad
opinionisti come Selvaggia Lucarelli di sbeffeggiare esempi preclari
di Donne.
Se la donna può essere
null'altro di come la vedete in TV, scollature e gambe e glutei,
allora lo sarà anche se seduta in Consiglio Regionale (faccio i
nomi: Nicole Minetti) o in Parlamento (Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna, Giorgia Meloni).
Questa trama porta al ritorno del patriarcato? Se così fosse, le giornaliste stiano
attente a mostrare i propri corpi: per proprietà transitiva, le
loro vere capacità potrebbero essere svilite.
Torniamo al capezzolo da copertina.
Alla luce della mia precedente analisi, mi accorgo che forse non è
moralismo quello che oggi ne impedisce la copertinizzazione. Forse, e
mi auguro sia così, gli editori si sono accorti di quanto sia
avvilente la mercificazione del corpo femminile. Avvilente per i
contenuti dello stesso periodico. Sì, una copertina procace fa
vendere, ma il pubblico cerca ben altro. Perché il procace ormai è
a portata di click, gratis.
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