venerdì 31 luglio 2015

FOCA SPOGLIATA

Nel cuore degli anni '70, io bimba, ricordo bene le diatribe tra i miei genitori, di formazione e di frequentazione cattolica, circa l'opportunità da parte di periodici come L'ESPRESSO o PANORAMA di pubblicare copertine con donnine procaci (oggi, da femminista, dico: depauperate in ogni senso possibile). Stavano vivendo tutti l'esplosione della Rivoluzione Sessuale e tra i direttori dei periodici di riflessione sulla Società era scattata la gara della FOCA SPOGLIATA, in copertina come nell'interno del giornale. Ricordo quella donna crocefissa nuda e incinta pubblicata su L'ESPRESSO
per il referendum a favore della depenalizzazione dell'aborto (fu il 1975, mi pare). Ci furono anche programmi TV sorprendenti per la loro licenziosità, persino trasmessi in fascia protetta, come DRIVE-IN, fino all'esuberante e capezzolare COLPO GROSSO. Oggi il capezzolo non sarebbe accettato nelle nostre edicole e nemmeno in TV. In quarant'anni, pur con in mezzo il II ventennio e le sue veline,/meteorine/letterine, parrebbe abbiamo regredito. Con questo post, oggi, voglio chiedere se è vero e perché.

Il II ventennio sembrava aver consacrato i risultati delle lotte femministe. Donne sconosciute ai più (ma solo quelle belle) si sono sentite sdoganate, hanno usato i loro corpi poco coperti per scavarsi un briciolo di attenzione tra il pubblico. Voglio farne i nomi perché diversamente, alla luce dell'apparente ritorno del patriarcato, sembrerebbe che parli di aria fritta. Alcune (come Alba Parietti) si sono inventate un mestiere da pseudogiornalista grazie a seni e labbra rifatti, immantinente le giornaliste vere (come Lilli Gruber) l'hanno imitata. La prima vantava un cervello, ma che, ottenendo in TV solo passaggi da meteora, alla fine ha dimostrato di non avere. La seconda, che ha un cervello sopraffino, si rinnova ogni volta, presenziando con arguzia e sagacia i suoi ospiti televisivi.
Non voglio affermare che veline,/meteorine/letterine/albette siano de-ficienti, cioè difettino di qualcosa. Voglio solo constatare che tutta questa Rivoluzione Sessuale (in TV) non sia stata a vantaggio delle donne. Anzi, sia andata a loro detrimento. Perché l'esposizione mediatica di scollature e gambe e glutei ha portato alla svalutazione della Donna, del suo cervello, della sua essenza, permettendo ad opinionisti come Selvaggia Lucarelli di sbeffeggiare esempi preclari di Donne.

Se la donna può essere null'altro di come la vedete in TV, scollature e gambe e glutei, allora lo sarà anche se seduta in Consiglio Regionale (faccio i nomi: Nicole Minetti) o in Parlamento (Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna, Giorgia Meloni). Questa trama porta al ritorno del patriarcato? Se così fosse, le giornaliste stiano attente a mostrare i propri corpi: per proprietà transitiva, le loro vere capacità potrebbero essere svilite.


Torniamo al capezzolo da copertina. Alla luce della mia precedente analisi, mi accorgo che forse non è moralismo quello che oggi ne impedisce la copertinizzazione. Forse, e mi auguro sia così, gli editori si sono accorti di quanto sia avvilente la mercificazione del corpo femminile. Avvilente per i contenuti dello stesso periodico. Sì, una copertina procace fa vendere, ma il pubblico cerca ben altro. Perché il procace ormai è a portata di click, gratis.

Nessun commento:

Posta un commento