giovedì 30 luglio 2015

UN AMORE DENSO, CONSAPEVOLE

Un amico gayo, Lorenzo Masili, attivista politico/sindacale milanese, (qui uno dei tanti esempi di attivismo, questo il suo profilo Facebook), ha pubblicato pochi giorni fa un post su Facebook che si riferisce all'Amore tra uomini, portando l'esempio concreto di una coppia che si aiuta vicendevolmente nel rispetto reciproco delle differenze. Nel suo modo franco e diretto, Masili ci racconta l'esempio di questo amore “denso, consapevole” che espone quadri in un angolo della Francia, con orgoglio italiano, per un paese che non li riconosce. Dice: “La lotta per i diritti civili è per me principalmente un atto d'amore per il loro amore.”
Mi ha fatto riflettere ancora su quanto noi donne, invece, siamo staccate e interrotte tra di noi. Ne ho investigato i motivi anche quando stavo scrivendo CORPI RIBELLI.

Dal canto mio, io amo l'umanità intera, sia essa uomo o donna o bimbo. Amo di più le donne perché ho un afflato paternale e protettivo, perché vorrei incarnare gli ideali del cavalierato a tutela di chi ha pochi diritti o non ne ha affatto. Un esempio su tutti: le donne in Italia sono tutt'ora emarginate, soprattutto nei contesti lavorativi. Pur avendo dimostrato di poter assurgere con competenza agli stessi ruoli dei maschi, le femmine di pari livello non ricevono gli stessi stipendi. C'è ancora tanta strada da fare, non dimentichino le nuove generazioni le lotte delle loro madri.  Ma noto con malcelata amarezza che il nemico cui si riferisce Masili, quello che maggiormente ostacola il raggiungimento, nel mio caso, non degli omosessuali, ma dei diritti delle donne, sono le donne stesse.

Tornando al topic, ricordo come mesi fa un politico della nostra Regione (non voglio farne il nome qui per non dargli spazio che non merita, ma potete leggere il link) fece affermazioni contro il popolo gay tali da suscitare lo sdegno di tutti e da portare in piazza Aulenti a Milano una massa compatta di omosessuali (e eterosessuali) a protestare con efficacia. Le donne invece non si riuniscono più in piazza, quando viene leso loro un diritto. Dal Glass Cieling al feminicidio.

Quando un bimbo dice: “Roba da femmine”, noi madri per prime dovremmo cambiare il nostro atteggiamento sessista e stereotipato.

Quando una donna viene stalkizzata da un partner, dovremmo tutti sparare un faro contro lo stalker.

Quando una donna viene vilipesa, dovremmo far barriera tutti contro il predatore .

Quando una donna viene stuprata, dovremmo tutti ricordarci di prevenire uno stupro.

Quando una donna viene torturata nella psiche, dovremmo tutti attorniarla d'amore.

Quando una donna viene ammazzata, dovremmo tutti scendere in piazza!

Ogni giorno i quotidiani ce ne riportano le notizie. Alcuni di loro giustificano il fatto di cronaca nera con l'espressione omicidio passionale. Ma siamo in un'era troppo progredita per accettare ancora il concetto, perché non ci può essere passione nell'omicidio della propria partner, perché se siamo d'accordo che la parola passione attiene all'amore, allora la parola omicidio attiene all'odio.
Eppure, tra menefreghismo da una parte e scorrettezza di linguaggio giornalistico dall'altra, nessuno si indigna. La constatazione mi fa torcere dal dolore ciò che è più donna nel mio corpo.

Quando fui maltrattata da donne maltrattate, cui avevo offerto il mio sostegno, ho studiato nello specifico questo atteggiamento donna contro donna.

Dice Phyllis Cheslerpsicoterapista, docente al college, attivista femminista newyorchese, in un suo testo ormai fuori catalogo: L'aggressività che si sviluppa tra donne è differente da quella che si instaura fra uomini. Le donne, per esempio, competono solo con le altre donne e non con i maschi; molte di loro sviluppano idee sessiste, nonostante di solito tendano a negarlo anche a se stesse. L'oppressione di cui il genere femminile è vittima nella nostra società si traduce spesso anche nelle opinioni e nei comportamenti delle donne verso altre donne.

Infatti, quotando questo articolo, concordo in pieno quando si scrive: “Spesso le donne si comportano in modo subdolo e manipolatorio, un comportamento che secondo alcuni psicologi ha origine dal rapporto madre/figlia e dalla lotta per contendersi l’amore del marito/padre. Una rivalità che spesso risulta dannosa sia per la vittima che per il carnefice, una spirale di vendette e ‘sgambetti’ che porta a solitudini e amicizie ‘finte’.

A dimostrazione che è un problema sentito e discusso, se ne trovano tracce persino in una fonte tutt'altro che autorevole, se non per la partecipazione larga di persone come noi.

La giornalista Irene Vella, inviata di Cristina Parodi, veneziana di adozione, è riuscita a costruire un testo auto ironico sulle donne che lei chiama bulle da strategia della tensione, quelle cioè che ti abbandonano solo dopo averti vampirizzato i contatti di lavoro. O quelle che ti stanno così vicine da mirare al tuo partner. O che alla notizia della tua gravidanza, si dimostrano premurose ma ti riempiono di paure. «Da adulte le bulle-vipere ti attaccano la autostima, ti feriscono per quello che fai e non tanto per quello che sei.” La giornalista non ha dubbi: «Le donne, alla fine, sono sempre più brave degli uomini. Anche nella cattiveria».

Alcuni sedicenti pensatori traggono spunto da una ricerca delle docenti australiane femministe Carleen M. Thompson, Susan M. Dennison and Anna L. Stewart, 2013
pur di giustificare il proprio becero maschilismo. Non faccio nomi per rispetto della privacy, ma vi riporto il link così che ve ne possiate sincerare personalmente.


Qui invece il .pdf delle tre scienziate, che, pur identificando nell'universo femminile, il principale perpetratore del reato di stalking, non contempla giustificazione alcuna per i vessatori maschi.

"This study investigated risk factors from the integrated theoretical model of stalking violence (ITMSV) with 703 participants classified as relational stalkers from South-East Queensland (Australia). Participants completed a self-report perpetration questionnaire assessing (a) relational stalking, (b) stalking violence (no/moderate/severe), and (c) predisposing (sociocultural, psychological, historical) and contextual (intentions, triggering events, disinhibitors) risk factors. Findings supported key propositions from the ITMSV. Severely violent stalkers were characterized by a greater number, and more severe types, of predisposing factors than moderately violent or nonviolent stalkers. The importance of contextual factors was supported in relation to moderate and severe stalking violence. Combining predisposing and contextual factors resulted in strong predictions of moderate and severe stalking violence. These findings highlight the pertinence of differentiating moderate and severe stalking violence and combining predisposing and contextual factors in assessments of risk". 

Anche l'edizione online de IL GIORNALE strumentalizza lo stesso lavoro, come dimostrazione della necessità di un ritorno al patriarcato, contro le donne.

Allora interrogandomi sulle motivazioni che contrappongono le donne contro le donne, torno alle affermazioni di Phyllis Chesler: “Di frequente alla base di questi atteggiamenti c'è un rapporto conflittuale tra madre e figlia o tra sorella e sorella”. 
Non per fare della psicologia da settimana enigmistica, ma penso che la conoscenza della rivalità Figlia/Madre/Matrigna sia alla portata di tutti, da Cenerentola/Biancaneve in poi.

Un grande pensatore come Nietzsche afferma: “Per troppo tempo nella donna si sono nascosti uno schiavo ed un tiranno. Perciò la donna non è capace di amicizia, ma conosce solo l’amore”.
Sì, la donna fu, ed è tutt'ora, schiava dell'uomo. Nessun accesso possibile alle funzioni clericali. Glass Cieling sul lavoro. La costola di Adamo. L'obbligo di cura dei figli e dei genitori. Dietro ad ogni grande uomo c'è una grande donna. Nessun diritto di voto fino al primo dopoguerra. Casalinga, nessun riconoscimento pensionistico, tanto per citare a caso alcuni luoghi comuni fondanti. In casa, tuttavia, nella conduzione familiare e sessuale, la donna si erge per contrappunto a tiranno e sembra vendicarsi. Sento tanti mariti sconsolati che sono diventati ex a causa di questa duplice tirannia. Quando siffatta donna incontra un nuovo amore, è amore incondizionato, nella speranza di non trovarsi nuovamente schiavizzata. Fino alla prossima delusione. Finché le madri cresceranno figli maschi cristallizzati negli stereotipi, quando incontreranno l'amore, resteranno deluse.

Siamo senza speranza. No. Voglio chiudere in due modi, la speranza che ho derivato da un'intervista al TG e facendo mie le parole di Irene Vella: “ E i discorsi sulle alleanze al femminile? Le donne per le donne? «La sorellanza esiste. Sono legami coltivati a lungo. Sono rari, belli, lenti e forti». Legami che sto cercando di consolidare con le mie amiche, di qualsiasi orientamento siano.

Dicevo di voler anche chiudere con una nota di maggior speranza di quella con cui ho iniziato questo post: ieri sera (28 luglio 2015) le donne (e gli uomini) sono scesi in piazza per protestare contro la sentenza di assoluzione al processo di secondo grado, che vedeva imputati alcuni ragazzi stupratori di una giovane 7 anni fa. Scelgo di riportare, tra i tanti articoli, quello de IL MESSAGGERO che pubblica lo sfogo della protagonista, perché mi ha mosso fino alle lacrime. Della sua vita, dice che è stata: “distrutta, maciullata dalla violenza. La violenza che mi è stata arrecata quella notte, la violenza dei mille interrogatori della polizia, la violenza di 19 ore di processo in cui è stata dissezionata la mia vita dal tipo di mutande che porto al perché mi ritengo bisessuale”. E ancora: “Essere vittima di violenza e denunciarla è un’arma a doppio taglio: verrai creduta solo e fin tanto che ti mostrerai distrutta, senza speranza”.

Leggetelo, capire meglio la speranza con cui voglio chiudere. La speranza, anzi, la certezza di un futuro migliore, che mi è derivata dalle parole di un padre intervistato al TG: “Ho un figlio maschio e una femmina. Voglio educare il maschio affinché porti rispetto al mondo femminile”.
Perché la violenza sulle donne è un problema degli uomini.



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