mercoledì 8 aprile 2015

Mammà&Papà ATTIVISTI

Golia si è attivato con un piccolo gruppo di persone, misto uomini e donne. Perché non sono solo i papà a vedersi negata la genitorialità, ma anche le mamme. Specialmente dopo l'entrata in vigore nel 2006 della Legge sull'Affido Condiviso, che ha incentivato purtroppo l'aumento di casi di sottrazione di Minori. Un caso su tutti, quello del bimbo di 9 anni sottratto dal padre e portato in Spagna nel marzo di quest'anno. 
Strano? No. Cerco di spiegarmi.

Per quanto meritevole di dare legittimità legislativa al diritto alla bigenitorialità (che brutta parola! La genitorialità è BI, sempre!), stabilendo i doveri reciproci di accudimento collaborativo della prole, anche dopo la separazione tra genitori (dovrebbe essere scontata, eppure...), tuttavia la legge penalizza pur sempre qualcuno. O meglio, la mancata applicazione della legge, da parte non solo dei genitori, ma anche delle istituzioni, fino all'esacerbamento degli animi, che arrivano alla sottrazione del minore.
Vi è anche una sorta di osteggiamento psicologico che ritiene i bimbi ridotti a pacco postale, migrando da una casa all'altra, pur di accontentare ambo i genitori. A questo proposito, faccio un piccolo inciso per parlare dell'esperienza vincente di una cara amica.

A mio personale avviso, questo sistema da pacco postale accontenta solo l'egoismo di mammà e papà. Suppongo invece che i figli debbano risiedere nella casa dove sono nati, mentre i genitori si debbano spostare, avendo però a disposizione tre alloggi distinti. E' la situazione delineata nella famiglia di questa cara amica mia. Lei invalida, da anni è madre e moglie, badando anche alla casa, sola al mondo, da un paio di anni seguita dallo psicologo, figlia di una ragazza madre, suicida in seconda età. Lui designer alcolista, che perde il lavoro, in cura psichiatrica da oltre 15 anni, figlio di famiglia nota in ambito giudiziario, benestante. Conobbi Loredana, un nome di fantasia, per ovvi motivi di privacy, fin dal momento in cui mia figlia iniziò la scuola materna, perché i nostri bimbi, coetanei, erano stati inseriti nella stessa classe. Che teneri, il suo maschietto si innamorò della mia femminuccia. Sono passati 5 anni, ho accompagnato Loredana lungo il suo tormentato percorso di separazione, imparando a conoscere la sua resilienza, consigliandola e sostenendola moralmente. Loredana, per contro, sapendo le mie difficoltà economiche e lo stato di abbandono, mi offrì gratuitamente l'utilizzo dell'appartamento fittato al mare. Verso di lei ho un grande debito di gratitudine, perché per me e la mia piccola erano anni difficili. Già da allora Loredana e suo marito Antonio erano ai ferri corti. Nessun eclatante litigio, ma il marito non era dedito né ai figli, né a lei. Inoltre beveva tantissimo, troppo, tanto da cadere in coma etilico OGNI sera. Loredana soffriva questo stato di cose, anche perché, per la grave malattia invalidante cui è soggetta, non ha forza fisica e patisce anche le pur necessarie cure. Non solo dal marito non riceveva l'atteso supporto logistico, ma nemmeno quella affettività che sarebbe considerata normale in qualsiasi altra coppia. Sebbene la incitassi alla separazione immediata, Loredana preferiva fare le cose con calma, pur avendo l'epidermide dell'intero corpo ricoperta da dolorosi eczemi psicosomatici. Le mancavano abbracci ed affetto. I miei non potevano bastarle.

Alla luce del risultato raggiunto, devo ammettere che aveva ragione, avendo ottenuto dall'ex marito un piccolo alloggio di proprietà esclusiva, che i figli restassero a vivere nell'ambiente cui erano abituati, cioè la casa coniugale, che l'ex marito andasse a sua volta in altro alloggetto in zona. Pur essendo Loredana nullatenente, l'ex marito non lo è, o meglio, la sua famiglia. Si è potuto infatti permettere l'acquisto di due appartamentini, nonostante avesse perso il lavoro. Capisco che non tutti posso attuare una simile sistemazione compensatoria, ma forse pensando a tre locazioni e alla conseguente eliminazione di almeno una parte degli alimenti... Una idea da far prendere in considerazione agli avvocati divorzisti.

Soluzione compensatoria interessante, ma che Golia non può permettersi, anche lui senza più lavoro, e senza una famiglia ricca alle spalle. Però ha resilienza e rabbia dalla sua parte. Noi genitori separati, dovremmo imparare a canalizzare la rabbia verso la costruzione di qualcosa di postitivo. Golia lo sta facendo. Ha coinvolto il gruppo verso un obiettivo comune, quello di stimolare la creazione di una sorta di registro comunale dove annotare spostamenti di residenza dei minori affidati ad entrambi i genitori, ma domiciliati presso uno solo di loro. Poco pratico di sociale e di appoggi partitici, inconsapevole del fatto che se un individuo vuole incidere sulla realtà sociale sta facendo politica (dal greco polis, città), Golia ha però l'accortezza di farsi aiutare dalla sorella, attivista della zona di Milano in cui vivono, promuovendo il progetto affinché sia presentato e sostenuto in Consiglio Comunale, fino all'approvazione. Posso parlarne liberamente perché è un'idea già realizzata in più realtà comunali d'Italia., primo fra tutti Parma già nel mese di maggio 2014, 
fortemente sostenuta dall'Associazione Crescere Insieme, attiva grazie ad un giurista che vi si dedicò fin dal lontano 1996.

Dal regolamento del Registro di Parma: “Al registro potranno essere iscritti i figli con tutti i genitori con residenze diverse, qualunque ne sia il motivo. La residenza resterà una sola, ma le comunicazioni che lo riguardano dovranno fare riferimento ai due domicili indicati dai genitori.”

Golia stesso e il suo gruppo hanno interpellato in questi giorni un consigliere comunale perché quest'ultimo si prenda a cuore il progetto. Ero presente alla presentazione negli uffici di Palazzo Marino. Coltane al volo la trasversalità e la forte potenzialità, il consigliere avrebbe voluto tenerlo per il suo partito, affermando che non prima di un mese sarebbe potuto entrare come mozione in Consiglio Comunale. Messo alle strette dalla sottoscritta che ha ventilato l'opportunità di presentarlo anche ad altre forze politiche, alla fine ha promesso che dopo una settimana l'avrebbe introdotto. Staremo a vedere.

Fermo restando che il gruppo deve ancora costituirsi in associazione, ammesso e non concesso che non sia più conveniente entrare in altre precostituite e già vittoriose sul campo, con intenti ed oggetto sociale paritetici, come quella nominata sopra Crescere Insieme, uno del gruppo di mammà&papà attivisti dice di avere a disposizione un parco di 24 mila metri quadri, come spazio neutro, per visite, incontri, giochi, formazione, consulenze legali e psicologiche. Splendido! Resta da capire come e chi da cosa e con quali modalità e che credenziali pretendano. Amo l'animosità di questo gruppo, che forse sta tralasciando alcuni dettagli, cioè: l'associazione non è fatta per guadagnare. Deve prima lavorare, investire, poi chiedere i fondi, che, se conferiti, e sottolineo SE, vanno a parziale copertura del già speso.
Voglio però chiudere con un incitamento, senza scadere nel delirio di bufale leghiste come questa:
Oggi pomeriggio mi do fuoco non c'è la faccio più ero in affidamento condiviso adesso mi hanno chiamato i cc e mi hanno convalidato l'allontanamento dalla mia ex e da mia figlia e non capisco il motivo basta basta meglio morire.

Si sia davvero dato fuoco, oppure no, dobbiamo fare qualcosa tutti insieme per queste mammà&papà e per i nostri figli! Sì al Registro per Figli di Separati!


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