Golia
si è attivato con un piccolo gruppo di persone, misto uomini e
donne. Perché non sono solo i papà a vedersi negata la
genitorialità, ma anche le mamme. Specialmente dopo l'entrata in
vigore nel 2006 della Legge sull'Affido Condiviso,
che ha incentivato purtroppo l'aumento di casi di sottrazione di
Minori. Un caso su tutti, quello del bimbo di 9 anni sottratto dal padre e portato in Spagna nel marzo di quest'anno.
Strano?
No. Cerco di spiegarmi.
Per
quanto meritevole di dare legittimità legislativa al diritto alla
bigenitorialità (che brutta parola! La genitorialità è BI,
sempre!), stabilendo i doveri reciproci di accudimento collaborativo
della prole, anche dopo la separazione tra genitori (dovrebbe essere
scontata, eppure...), tuttavia la legge penalizza pur sempre
qualcuno. O meglio, la mancata applicazione della legge, da parte non
solo dei genitori, ma anche delle istituzioni, fino all'esacerbamento
degli animi, che arrivano alla sottrazione del minore.
Vi
è anche una sorta di osteggiamento psicologico che ritiene i bimbi
ridotti a pacco postale, migrando da una casa all'altra, pur di
accontentare ambo i genitori. A questo proposito, faccio un piccolo
inciso per parlare dell'esperienza vincente di una cara amica.
A
mio personale avviso, questo sistema da pacco postale accontenta solo
l'egoismo di mammà e papà. Suppongo invece che i figli debbano
risiedere nella casa dove sono nati, mentre i genitori si debbano
spostare, avendo però a disposizione tre alloggi distinti. E' la
situazione delineata nella famiglia di questa cara amica mia. Lei
invalida, da anni è madre e moglie, badando anche alla casa, sola al
mondo, da un paio di anni seguita dallo psicologo, figlia di una
ragazza madre, suicida in seconda età. Lui designer alcolista, che
perde il lavoro, in cura psichiatrica da oltre 15 anni, figlio di
famiglia nota in ambito giudiziario, benestante. Conobbi Loredana, un
nome di fantasia, per ovvi motivi di privacy, fin dal momento in cui
mia figlia iniziò la scuola materna, perché i nostri bimbi,
coetanei, erano stati inseriti nella stessa classe. Che teneri, il
suo maschietto si innamorò della mia femminuccia. Sono passati 5
anni, ho accompagnato Loredana lungo il suo tormentato percorso di
separazione, imparando a conoscere la sua resilienza, consigliandola
e sostenendola moralmente. Loredana, per contro, sapendo le mie
difficoltà economiche e lo stato di abbandono, mi offrì
gratuitamente l'utilizzo dell'appartamento fittato al mare. Verso di
lei ho un grande debito di gratitudine, perché per me e la mia
piccola erano anni difficili. Già da allora Loredana e suo marito
Antonio erano ai ferri corti. Nessun eclatante litigio, ma il marito
non era dedito né ai figli, né a lei. Inoltre beveva tantissimo,
troppo, tanto da cadere in coma etilico OGNI sera. Loredana soffriva
questo stato di cose, anche perché, per la grave malattia
invalidante cui è soggetta, non ha forza fisica e patisce anche le
pur necessarie cure. Non solo dal marito non riceveva l'atteso
supporto logistico, ma nemmeno quella affettività che sarebbe
considerata normale in qualsiasi altra coppia. Sebbene la incitassi
alla separazione immediata, Loredana preferiva fare le cose con
calma, pur avendo l'epidermide dell'intero corpo ricoperta da
dolorosi eczemi psicosomatici. Le mancavano abbracci ed affetto. I
miei non potevano bastarle.
Alla
luce del risultato raggiunto, devo ammettere che aveva ragione,
avendo ottenuto dall'ex marito un piccolo alloggio di proprietà
esclusiva, che i figli restassero a vivere nell'ambiente cui erano
abituati, cioè la casa coniugale, che l'ex marito andasse a sua volta in altro alloggetto in
zona. Pur essendo Loredana nullatenente, l'ex marito non lo è, o
meglio, la sua famiglia. Si è potuto infatti permettere l'acquisto
di due appartamentini, nonostante avesse perso il lavoro. Capisco che non
tutti posso attuare una simile sistemazione compensatoria, ma forse
pensando a tre locazioni e alla conseguente eliminazione di almeno
una parte degli alimenti... Una idea da far prendere in
considerazione agli avvocati divorzisti.
Soluzione
compensatoria interessante, ma che Golia non può permettersi, anche
lui senza più lavoro, e senza una famiglia ricca alle spalle. Però
ha resilienza e rabbia dalla sua parte. Noi genitori separati,
dovremmo imparare a canalizzare la rabbia verso la costruzione di
qualcosa di postitivo. Golia lo sta facendo. Ha coinvolto il gruppo
verso un obiettivo comune, quello di stimolare la creazione di una
sorta di registro comunale dove annotare spostamenti di residenza dei
minori affidati ad entrambi i genitori, ma domiciliati presso uno
solo di loro. Poco pratico di sociale e di appoggi partitici,
inconsapevole del fatto che se un individuo vuole incidere sulla
realtà sociale sta facendo politica (dal greco polis, città), Golia
ha però l'accortezza di farsi aiutare dalla sorella, attivista della
zona di Milano in cui vivono, promuovendo il progetto affinché sia
presentato e sostenuto in Consiglio Comunale, fino all'approvazione.
Posso parlarne liberamente perché è un'idea già realizzata in più
realtà comunali d'Italia., primo fra tutti Parma già nel mese di
maggio 2014,
fortemente
sostenuta dall'Associazione Crescere Insieme, attiva grazie ad un
giurista che vi si dedicò fin dal lontano 1996.
Dal
regolamento del Registro di Parma: “Al registro potranno essere
iscritti i figli con tutti i genitori con residenze diverse,
qualunque ne sia il motivo. La residenza resterà una sola, ma le
comunicazioni che lo riguardano dovranno fare riferimento ai due
domicili indicati dai genitori.”
Golia
stesso e il suo gruppo hanno interpellato in questi giorni un
consigliere comunale perché quest'ultimo si prenda a cuore
il progetto. Ero presente alla presentazione negli uffici di Palazzo
Marino. Coltane al volo la trasversalità e la forte potenzialità,
il consigliere avrebbe voluto tenerlo per il suo partito, affermando che
non prima di un mese sarebbe potuto entrare come mozione in Consiglio
Comunale. Messo alle strette dalla sottoscritta che ha ventilato
l'opportunità di presentarlo anche ad altre forze politiche, alla
fine ha promesso che dopo una settimana l'avrebbe introdotto. Staremo a vedere.
Fermo
restando che il gruppo deve ancora costituirsi in associazione,
ammesso e non concesso che non sia più conveniente entrare in altre
precostituite e già vittoriose sul campo, con intenti ed oggetto
sociale paritetici, come quella nominata sopra Crescere Insieme, uno del gruppo di mammà&papà attivisti dice
di avere a disposizione un parco di 24 mila metri quadri, come spazio
neutro, per visite, incontri, giochi, formazione, consulenze legali e
psicologiche. Splendido! Resta da capire come e chi da cosa e con
quali modalità e che credenziali pretendano. Amo l'animosità di
questo gruppo, che forse sta tralasciando alcuni dettagli, cioè:
l'associazione non è fatta per guadagnare. Deve prima lavorare,
investire, poi chiedere i fondi, che, se conferiti, e sottolineo SE,
vanno a parziale copertura del già speso.
Voglio
però chiudere con un incitamento, senza scadere nel delirio di
bufale leghiste come questa:
Oggi
pomeriggio mi do fuoco non c'è la faccio più ero in affidamento
condiviso adesso mi hanno chiamato i cc e mi hanno convalidato
l'allontanamento dalla mia ex e da mia figlia e non capisco il motivo
basta basta meglio morire.
Si
sia davvero dato fuoco, oppure no, dobbiamo fare qualcosa tutti
insieme per queste mammà&papà e per i nostri figli! Sì al
Registro per Figli di Separati!
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