mercoledì 14 ottobre 2015

INCREDULITA' E' OMERTA'

Se paragonare l'incredulità all'omertà pensate sia un concetto troppo spinto, cercherò di dimostrarne la diretta correlazione causa – effetto.Pensavo ormai di aver metabolizzato la violenza subita. Invece quando leggo notizie come quella di Luca Priolo (24 anni) che ha ammesso di aver ammazzato la partner (20) ancora mi si contorce ciò che ho di più sacro: cervello e vagina.

Le cicatrici del corpo guariscono, quelle dell'anima NO.

Per quanti anni possano passare (8 anni), per quante cure si possano affrontare (nel mio caso, 6 mesi di terapia personale con una psicologa del centro anti-violenza, più altri 3 nel gruppo di auto-mutuo aiuto tra donne maltrattate moderato da due terapiste specializzate nel tipo di trauma, più diversi mesi di ricerche TV sulle puntate di trasmissioni come STORIE MALEDETTE o AMORI CRIMINALI, più altrettanti mesi di interviste a specialisti nell'ambito, fino a sfociare in un agile manuale con nomi e numeri di telefono di coloro che salvano le donne maltrattate, CORPI RIBELLI), certe cicatrici dell'anima non guariscono. MAI.

Allora mi documento, mi informo e rifletto, per poi sottoporre al giudizio del lettore e magari trovare rinnovato coraggio per sparare un faro su PicchiatoriMaltrattantiPedofiliSexOffendersStalker, per promuovere una cultura non violenta, che nasca fin dalle classi più giovanili, magari portandola fin dentro le scuole primarie dell'infanzia. 

Anche a costo di apparire poco rispettosa della privacy, nel caso dell'ennesimo stalker femminicida reo confesso, voglio mettere la sua faccia, perché tutti sappiano e nessuno dimentichi. Una volta condannato e finito in galera, solo se il Priolo condurrà le opportune cure cliniche per non reiterare reati simili, come quelle proposte dal prof. Giulini del CIPM, allora avrà diritto all'oblio.


Nel vagliare le informazioni, mi colpiscono alcuni elementi che provo a mettere in fila qui di seguito:l'avvocato difensore del Priolo dall'accusa di stalking ipotizzava “perfino una bonaria risoluzione”i commenti degli amici del Priolo, reperiti qui e là sul web (LA STAMPA, Tgcom24), affermano di essere increduli.

Le autorità che avrebbero dovuto tutelare la giovane, non l'hanno fatto.Nel 2013 la giovane aveva denunciato Luca Priolo per episodi di stalking. Sottolineo che la denuncia di stalking richiede documentazione atta a convincere il Giudice della sua veridicità. 

Inoltre la querelante è tenuta a supportare con valida documentazione medica il suo stato di salute o dei suoi cari quanto sia in pericolo proprio a seguito della persecuzione. Siccome il procedimento giudiziario aveva iniziato il suo percorso, visto che la Procura di Catania aveva già chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato, possiamo lecitamente immaginare che le parole della ragazza non fossero state vane, ma supportate da prove documentali. 

Perciò, le successive dichiarazioni del Priolo “Sono solo entrato dalla finestra, perché impensierito da un'auto sospetta, volevo proteggere le mie donne” appaiono per quel che sono: una mera bugia. Tipico comportamento definito dalla criminologia clinica del narcisista perverso. Al post LESSICO FAMILIARE, nelle mie annotazioni tra parentesi, trovate alcune considerazioni pratiche su questo disturbo del comportamento. Delle problematiche comportamentali di Luca Priolo, le autorità coinvolte erano informate. Ne è dimostrazione che la prima udienza si sarebbe dovuta tenere proprio la mattina dopo il femminicidio.Ma perfino l'avvocato difensore del soggetto è caduto nelle trappole manipolatorie dell'imputato: ipotizzando, per l'appunto, “una bonaria risoluzione”, ottiene il rinvio dell'udienza perché ha chiesto il ricorso a riti alternativi.Eppure nessuno aveva provveduto a mettere in sicurezza la perseguitata.Sembra di vedere sempre lo stesso copione che si ripete ogni volta uguale, anche trasversalmente per ceto sociale, età, luogo.

Ribadisco un concetto già espresso su CORPI RIBELLI: andate in Procura a sporgere denuncia. Esiste un protocollo per la vostra messa in sicurezza IMMEDIATA che parte solo dalla Procura, grazie al PM Pietro Forno.

Il soggetto narcisista perverso vi circuisce, vi manipola; questo lo sapete già, ma non il suo avvocato difensore, non i vostri amici, nemmeno i genitori, tanto meno i figli. A tutti appare come bella persona, socievole, da ammirare, insomma un santo. 

Allora parlatene a tutti, il più possibile, raccogliete prove, testimonianze, foto, certificati: dovete fare terra bruciata attorno a lui. 

Sparategli addosso un faro che ne mostri le nefandezze psicologiche. Non è per vendetta, ma per costruirvi una barriera difensiva, persino fisica.

E sappiate che se i vostri amici dichiarano: “non avrei mai creduto che fosse capace di tanto”, ebbene, quegli amici sono caduti anch'essi nelle trappole. Il genoma umano contiene il codice della violenza, perché assieme alla specie animale dei bonobo, l'uomo è la sola ad ammettere l'uso del genocidio. Se vengono a meno certi codici di vita sociale, si scatena la violenza. 

Con l'accusa di stalking ben supportata da prove documentali, tutti avrebbero dovuto sapere che il soggetto era potenzialmente pericoloso per la vita della stalkizzata.
Perciò non smetterò mai di fare cultura e formazione su questo tristo argomento. La gente deve SAPERE COME FARE A DIFENDERSI.

Nessun commento:

Posta un commento