Nel corso degli anni, mi sono imbattuta
in una problematica a dir poco scandalosa, nell'ambito delle violenze
di genere. Le donne hanno l'innata capacità di chiacchierare, di
confidarsi, di auto-mutuo-aiutarsi, ma poi, quando si tratta di
fondare un'Associazione e di fare cose nel concreto, si ritirano. O
magari arrivano anche a fondare un'Associazione ma poi non legano con
le altre realtà, coltivando il loro piccolo orticello. Peggio, certe
maltrattate che avevo aiutato concedendo loro spazi di sfogo, di
confidenza, ascoltate e mai giudicate, da me e da professioniste
dell'ambito (avvocate di genere, psicologhe e operatrici di centri
antiviolenza), dove pubblicavo notizie ed informazioni di supporto,
con le dovute cautele, nel rispetto delle singole esigenze e della
privacy di ciascuna, senza ferirle nelle loro autostime già
abbastanza zerbinate di per sé, ebbene queste maltrattate ad un
certo punto, concedetemi il bisticcio, mi hanno psicologicamente
maltrattata. A distanza di due anni, ero ancora sotto shock. Spesso si era trattato donne incontrate su Facebook, in seguito a intervistate o dal vivo, o via Skype. Ho dedicato loro tempo e ascolto. Tanto
lavoro su di me e poi per loro. Per finire maltrattata. Fortuna ho
superato il trauma. Ora ricomincio più forte di prima, soprattutto
scoprendo donne, e uomini, che credono nella rete.
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